In corrispondenza di un punto in cui la linea si dirama (bivio o binario di ingresso in stazione a più binari) è opportuno che insieme all’indicazione di via libera venga data al macchinista un’informazione che gli permetta di individuare il binario nella quale il treno sarà inoltrato.
Ciò venne in un primo momento realizzato con un segnale multiplo, avente su di un unico sostegno (palo del segnale) più ali disposte l’una sotto l’altra, con la convenzione che l’ala più alta si riferiva al percorso più a sinistra. In questo modo si potevano fornire al PdM indicazioni sulla via da percorrere, ma non sulla velocità da tenere.

Il sistema fu perfezionato con l’introduzione del segnale a candeliere, con cui l’indicazione di direzione era ancora più evidente e, in più, veniva fornita un’indicazione di velocità, nel senso che la via libera dell’ala più alta si riferiva sempre e solamente ad un itinerario di corretto tracciato. Ognuna delle altre ali (basse) a via libera imponeva al PdM di non superare la velocità prescritta su ramo deviato (30 km/h) nel percorrere il successivo gruppo di scambi. Se nessuno dei tracciati possibili fosse stato percorribile a piena velocità, le ali venivano tutte tenute alla stessa altezza.

Il segnalamento multiplo del tipo a candeliere, più costoso per la presenza di più dispositivi di manovra e controllo di più ali, presentava problemi di ingombro in galleria, trincea e ponti. È per queste ragioni che spesso si preferì lasciare il sistema ad ala unica, accettando che un treno che doveva percorrere uno scambio a 30 km/h facesse la stessa procedura di quando doveva fermarsi. Con i segnali luminosi questi problemi furono superati.