INDICE GENERALE / 4 SEGNALAMENTO (parte I)/4.3 IL DISTANZIAMENTO A SPAZIO
4.3 Il distanziamento a spazio
Principi del distaziamento a spazio
Proprio a causa delle lacune del distanziamento a tempo nacquero i sistemi di distanziamento a spazio, fondati sul criterio per cui, a mezzo di uno scambio di comunicazioni telegrafiche tra posti distanziatori, sia garantito che tra due punti di distanziamento successivi, cioè in una sezione, non si trovi mai più di un treno alla volta.
In questo sistema, il cui principio è ancora oggi basilare, l’inoltro di un treno è dunque subordinato alla condizione che sia libera la sezione di linea che esso deve percorrere fino alla stazione (o posto di distanziamento) successiva. Ciò è stato ottenuto in un primo tempo mediante accordi telegrafici, poi telefonici (scambiati fra un posto di blocco ed il successivo), e, infine, mediante apparecchiature di sicurezza (blocco elettrico).
Il distanziamento ad intervallo di spazio e il segnalamento, che lo gestisce, si sono evoluti di pari passo: prima dell’avvento dei più moderni sistemi di segnalamento, il distanziamento a spazio dei treni poteva avvenire con i seguenti due diversi metodi, o regimi di circolazione:
Essi hanno caratterizzato il distanziamento ferroviario dei treni circolanti nello stesso senso di marcia sul medesimo binario ed erano basati esclusivamente sull’intervento dell’uomo; già intorno al 1960 erano in vigore solo su linee a traffico non intenso.
Il regime del giunto
Detta A la stazione che invia un treno, e B quella che lo riceve, spetta alla stazione B, nella figura del Dirigente Movimento, comunicare l’arrivo del treno in questione, a mezzo di dispaccio telefonico registrato, trasmesso subito dopo il ricevimento o il transito del treno e previo accertamento della sua integrità mediante il controllo del segnale di coda. Il dispaccio telefonico è: TRENO … GIUNTO, con indicazione del numero identificativo del convoglio.
A questo punto, la stazione A, prima di inviare un secondo treno, ha il compito di accertarsi di aver ricevuto il dispaccio di giunto del treno precedente.
Si tratta di un sistema utilizzato (e oggi abbandonato) sia sulle linee a semplice che a doppio binario; in questo secondo caso i dispacci di giunto sono indipendenti per ciascuna direzione. Sulle prime, invece, interviene la seguente variante: la stazione B, dopo aver ricevuto il treno da A, se deve a sua volta inviarne un altro, può farlo omettendo il dispaccio di giunto per il treno arrivato. Il secondo treno, giunto in A, impone al Dirigente Movimento di inviare il giunto alla stazione B.
La restituzione della via libera consiste dunque nella trasmissione di un dispaccio telefonico di giunto del treno da parte di ciascun posto di movimento al precedente. Esso è utile per determinare se la tratta fra due stazioni è libera da treni. Le sezioni di linea sono normalmente considerate libere (o sbloccate), in quanto, con il dispaccio di giunto trasmesso dal posto a valle dopo il passaggio del treno, si effettua la liberazione della sezione e il posto a monte è libero di mandare il treno successivo. Il regime del giunto è definito pertanto un “regime aperto”.
Il regime del blocco (consenso) telefonico
Rispetto al regime del giunto, con il sistema del blocco telefonico (o blocco telegrafico quando le comunicazioni avvenivano col telegrafo) nessun dispaccio viene scambiato tra due stazioni distanziatrici all’atto dell’arrivo di un treno nella stazione di valle. Infatti, questo sistema impone che all’atto dell’invio di un treno dalla stazione A alla stazione B, sia il Dirigente Movimento della prima che chiede all’omologo della seconda un vero e proprio benestare (seguito treno … chiedo inviare treno …) indicando, per ricordo, anche l’ultimo treno già inviato. La stazione A può inviare il treno solo dopo aver ottenuto il richiesto benestare (via libera treno …) da B, che lo concederà, evidentemente, dopo aver appurato che il treno precedente sia giunto, completo, in essa.
La necessità di ricevere dei consensi per l’invio dei convogli fa sì che le sezioni di linea vengano considerate normalmente bloccate e vengano liberate solo mediante tali consensi: per questo si definisce il regime del blocco telefonico un “regime chiuso”.
Dal punto di vista della sicurezza il regime del blocco telefonico appare più efficace di quello del giunto, in quanto il consenso viene dato al momento stesso in cui viene utilizzato ed è quindi meno facile incorrere in dimenticanze o equivoci.
Questo sistema è ancora utilizzato nelle linee secondarie a scarso traffico oppure come sistema di riserva in quelle gestite con il blocco elettrico (in cui la tratta, prima divisa in varie sezioni, è ora da considerarsi come un’unica sezione delimitata da due stazioni).
Anche in questo caso, sulle linee a doppio binario, i consensi per la via libera di un senso di marcia si svolgono indipendentemente da quelli per la direzione opposta. Sulle linee a semplice binario, invece, quando tra due treni nella stessa direzione di marcia se ne intercala uno in quella opposta, di esso va fatta menzione sia nella richiesta (dopo giunto nella mia stazione chiedo di inviare treno) che nella concessione del consenso (dopo giunto nella tua stazione via libera treno).
Dopo l’incidente del 12 luglio 2016 tutte le linee gestite da RFI non adottano più il regime di blocco telefonico, in quanto ritenuto obsoleto e poco sicuro.
L’ANSFISA si impegna a regolamentare la sicurezza della rete ferroviaria nazionale e delle linee isolate, imponendo limiti di velocità alle linee che non presentino un adeguato attrezzaggio tecnologico.
Permangono ancora in regime di blocco telefonico linee isolate (talune a scartamento ridotto) nelle quali si effettua servizio di spola o con volumi di traffico scarso.