Malgrado il sempre più esteso impiego, per gli assi delle carrozze e dei carri ferroviari, di cuscinetti a rulli al posto dei vecchi cuscinetti a metallo antifrizione, permane tuttora il rischio che – per deficienza di lubrificazione o per accidentale sovraccarico sul corrispondente asse – una boccola si riscaldi fino ad assumere un valore di temperatura tale da dar luogo ad incidenti gravi, come la rottura dell’asse e il conseguente svio o incendio del rotabile.
Storicamente, il controllo della temperatura delle boccole veniva effettuato in opportune stazioni di fermata dei treni (distanti l’una dall’altra di 200 km) dallo stesso personale di condotta del convoglio. Al controllo stesso collaborava il personale delle stazioni, che poneva attenzione ad eventuali manifestazioni di sovrariscaldamento delle boccole – essenzialmente emissione di fumo – durante il cosiddetto presenziamento dei treni in transito. Questo controllo a vista, in ogni caso, non è più sufficiente, perché l’emissione di fumo accade solo in una fase avanzata del guasto.
È per questo motivo che, non appena i progressi dell’elettronica lo hanno reso possibile, insieme all’esigenza di controllo dei treni sulle linee ad alta velocità non presenziate, si è fatto ricorso ad apparecchiature (chiamate Rilevamento Termico Boccole – RTB) capaci di rilevare la temperatura delle boccole degli assi dei veicoli in movimento.
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